DOUBLE CONDITION capitolo 2 (omegaverse)

Ogni mattina Takashi usciva presto da casa e non tornava neanche per pranzare visto la quantità di lavoro che aveva da fare, spesso rientrava a tarda notte a dormire, oppure passava di lì solamente quando aveva bisogno di cambiarsi o per recuperare qualcosa dalla sua camera.

Non aveva motivo di interagire in qualche modo con l’altra persona che viveva in quell’appartamento e, a dirla tutta non ne sentiva neanche la necessità, aveva quindi deciso di ridurre al minimo la sua presenza lì.

Avendo visto anche l’astio di quel giovane nei suoi confronti, aveva concluso che quella era la decisione migliore.

Erano passate così due settimane.

Due settimane in cui in teoria sarebbero dovuti essere coinquilini ma in pratica, era come se entrambi vivessero due vite separate, non che a Yuki la cosa preoccupasse, alla fine era una situazione perfetta che non implicava nessuna interazione e, di conseguenza, gli avrebbe evitato qualsiasi tipo di problema.

C’era però qualcosa in tutto questo che lo metteva a disagio e lo rendeva quasi triste.

Era stato lui a intimare l’altro di andarsene e di cercarsi un altro posto dove stare eppure, quel suo comportamento distaccato, in qualche modo lo feriva. 

Non che si fosse fatto chissà quali aspettative non lo conosceva neanche, per questo non riusciva a capire come mai si sentisse così.

Aveva passato quei giorni portando avanti la sua solita routine e, se le cose fossero andate avanti in quel modo, probabilmente avrebbe potuto superare anche la fine del mese senza incidenti...o almeno questo era quello che sperava.

Ma sfortunatamente le cose non sarebbero state così facili come si aspettava e lo avrebbe scoperto molto presto.

Nonostante non avesse nessuna live era dovuto stare sveglio fino a tarda notte, troppo stanco aveva dormito più del solito ma, era comunque di buon umore perché il progetto a cui stava lavorando procedeva bene e probabilmente sarebbe anche riuscito a mantenere i tempi previsti.

Con questo umore era andato in cucina a piedi nudi con indosso la sua solita maglia oversize, leggermente sdrucita, che usava per dormire e che gli arrivava a malapena a metà coscia, aveva impiegato almeno cinque minuti per scegliere gli ingredienti dal frigorifero, ed ora era davanti ai fornelli a prepararsi la colazione.

Aveva fatto tutto con le cuffie nelle orecchie cantando a squarciagola con un sorriso stampato in faccia.

Non si era così reso conto di qualcuno che lo stava osservando già da un po' e che tentava invano di attirare la sua attenzione chiamandolo ripetutamente.

"SATOUUU-SAAAANNN!"

Nel momento in cui finalmente si voltò per prendere qualcosa alla sua destra lo vide, appoggiato a delle stampelle, la caviglia sinistra fasciata da un tutore e il volto livido di rabbia.

"Aaaaaaaaaaah!"

Aveva urlato facendo cadere la ciotola e le bacchette che aveva tra le mani ed era indietreggiato di qualche passo, il cuore gli batteva all’impazzata per lo spavento non si era davvero accorto di nulla.

Quando era andato per preparare da mangiare non aveva notato le scarpe all’ingresso e il cappotto appeso alla parete, era convinto che fosse già uscito come suo solito...ed invece Takashi era lì davanti a lui e sembrava potesse aggredirlo da un momento all’altro.

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